I futures del Gas Naturale a ribasso

Pubblicato il: 14/02/20 10:00 AM

Crollo del prezzo, Asia e Cina alle strette
I mercati globali delle commodities si trovano in un momento difficile, il Natura Gas non è riuscito a sottrarsi dallo stesso andamento ribassista. E’ ormai dal mese di marzo 2018 che il prezzo di questa materia prima è in repentino declino, lasciando il massimo dei 4.929 dollari per BTU raggiunto appena il mese precedente. Dopo essersi assestato in area 2,25 dollari per circa tre mesi, facendo sperare in un rimbalzo dal supporto posto in area 2.201 dollari, il prezzo ha ripreso la sua corsa al ribasso.

Tutta colpa del Coronavirus?
Il ribasso quindi era già visibile ancor prima dell’esplosione dell’influenza da coronavirus, influenza questa che ha spinto il prezzo a dei livelli inferiori. Gli Stati Uniti sono dei forti produttori di Natural Gas, anche loro sono stati messi in crisi da un eccesso di offerta globale dovuta a temperature miti che hanno influito notevolmente alla discesa del prezzo. Costretti dalla situazione, alcuni clienti importanti come le Commodity Trading Houses hanno rifiutato di imbarcare i carichi poiché non rientravano nemmeno dei costi di spedizione.

Viceversa la Cina è sempre stata un paese tra i maggior importatori di Natural Gas, e nel ultimo anno, a causa della guerra commerciale con gli Stati Uniti, ha ridotto le importazioni mettendo a dura prova i prezzi sulla piazza globale. La terza più grande compagnia petrolifera nazionale nella Repubblica popolare cinese, la China National Offshore Oil Corp (CNOOC), a sua volta si è vista anch’essa costretta a dichiarare operativa la “misura di emergenza” (figura 1).

F1) Platts Japan/Korea Index, benchmark di riferimento per l’LNG (Liquified Natural Gas) nell’area Asiatica
Fonte: S&P global

L’influenza da coronavirus ha esacerbato la situazione. Il governo cinese è stato costretto ad adottare misure restrittive per l’import e l’export al fine di contrastare il diffondersi del virus, strategia che si è ripercossa poi sul andamento del prezzo delle materie prime del paese. Temperature miti si sono raggiunte anche nel vecchio continente europeo contribuendo ulteriormente a far accumulare la materia prima nei depositi. I prezzi spot erano scesi a minimi storici paralizzando le entrate di società del calibro di R.D. Shell ed Exxon Mobil. Le società interessate, tuttavia, si mostrano positive guardando il lungo periodo. I clienti particolarmente importanti attenderanno i mesi di marzo e aprile per avere un po’ di chiarezza che li porterà poi a decidere il da fare sugli ordinativi estivi.

Situazione tecnica attuale
La situazione tecnica, da me valutata su un time frame mensile, è conformata ancora a ribasso. Sembra che il prezzo del future sul Lng che attualmente (rispetto a chi scrive) batte i 1.764 dollari BTU, voglia portarsi verso il minimo di 1.61 dollari raggiunto nel marzo 2016 (f2). Raggiunto questo supporto attenderemo che si verifichi un rimbalzo verso i 2.187 dollari, diversamente il prezzo se romperà anche questo supporto, evenienza più probabile, potrebbe portarsi su un minimo di 1.250 raggiunto nel febbraio del 1995.

F2) Grafico a 10 anni sul future del Gas Naturale  

Fonte: Traderlink -Investing

Fonte notizie: Bloomberg




Dott.ssa Cristina Fenizia
Analista tecnico finanziario, socio affiliato SIAT e trader privato da più di 11 anni.
Mercati preferiti sono quelli del forex e commodities.
Attualmente collabora con il gruppo di Io Investo-Segnali di trading e con la Scuola di Trading
Toro’s.